LOTO
come mai è stato scelto un nome così particolare?
Il nome è un chiaro riferimento al fiore di loto, pianta sacra nel mondo buddhista e induista. Come si è arrivati all’idea di battezzare così proprio un vino? La spiegazione sta in un avvenimento che ha davvero del magico. Nella tenuta si trova, in posizione protetta ai margini di un boschetto, un lago, che viene alimentato dall’acqua piovana attraverso piccoli rigagnoli. Un’estate, due anni dopo l’acquisto della tenuta, Wolfgang Reitzle e sua moglie Nina Ruge fecero un’affascinante scoperta: sul laghetto erano cresciute delle ninfee molto diverse da quelle che avevano visto fino ad allora. Queste ninfee avevano delle foglie molto più grandi, che iniziarono addirittura ad ergersi al di sopra della superficie dell’acqua. Alcune di esse raggiungevano perfino il mezzo metro di altezza. I fiori, che si schiudevano al sorgere del sole e si richiudevano con il calare della luce, erano di una bellezza incredibile. Erano come gigantesche opere d’arte di un colore rosa intenso, con un pistillo giallo acceso al centro. Non c’è quindi da stupirsi se il vino di spicco di questa azienda si chiami Loto!